5.9.07
Vincenzo Morello (Rastignac)
...è un mio antenato da parte di mia mamma, Luciana Morello.
...vuol dire che questo blog ospita anche i miei parenti.
In occasione del sessantesimo anniversario della morte di Rastignac, in un articolo della Gazzetta del Sud della fine di marzo del 1993 leggiamo alcune notizie, le solite di carattere biografico, che ci illustrano la figura di uno dei bagnaroti più intraprendenti tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900..
“Nato a Bagnara l’11 luglio del 1860, morì a Roma il 30 marzo del 1933. Si dedica, giovanissimo, al giornalismo prima come redattore di( periodici di battaglia), poi come collaboratore de (La tribuna), dove consolida la sua fama di grande scrittore e di polemista: ecco perché sceglie per pseudonimo uno dei personaggi di Balzac (Rastignac).
Nel 1894 fonda con Bobbi e Bellodi (Il giornale), rivolto contro gli oppositori di Crispi e Zanardelli, poi passa con Giulio Sartorio a (Tritone Illustrata). A Palermo nel 1908 fonda e dirige il quotidiano (L’Ora), mentre a Firenze nel 1909 dà vita alla rivista (Cronache Letterarie), a cui collaborano gli scrittori più rappresentativi del tempo.
Filosofo, pensatore profondo, valoroso penalista, oratore raffinato, Vincenzo Morello di distingue nelle commemorazioni di Carducci e Boccaccio e nell’inaugurazione del monumento ai caduti della guerra del 1915 - 1918 a Reggio Calabria. Nominato senatore nel 1923, dal 1926 riveste la carica di commissario della SIAE ed è anche membro della Commissione permanente per l’arte musicale e drammatica di Roma.”
Questo è in sintesi Vincenzo Morello visto da e descritto da chi lo ha usato e continua ad usarlo come pezzo pregiato d’antiquariato pronto da lustrare e vendere all’occorrenza.
Un’analisi più approfondita viene fatta da Salvatore Mario Barbaro In un articolo del 28 marzo del 1993 su Nuovi Orizzonti, periodico della parrocchia di SS Maria degli Angeli di Bagnara.
Qui il discorso entra direttamente sul pensiero e sul carattere del personaggio che intelligente e schivo alla mediocrità della politica e della società stessa, sfrutto il momento storico per diventare, inconsapevolmente, uno dei primi elementi importanti nella catena che portò l’Italia alla catastrofe della seconda Guerra mondiale.
Secondo Morello, i politici erano tutta gente che curava i propri interessi, ed il popolo non era libero nella espressione del voto: il suo ragionamento girava in un vortice di Compromessi ed intrallazzi parlamentari che finivano per fare dal parlamento una propria dittatura. Quindi per ovviare a tutto ciò, L’Italia aveva bisogno di un uomo di stato come il Danton della rivoluzione francese, un realizzatore. Egli trovo quest’uomo nella persona di Benito Mussolini del quale ne scrisse le Odi.
Cosi scrive, su rastignac, Antonino Fedele, Già redattore politico del (Progresso Italo Americano):
“Vincenzo Morello, mori nel 1933, Mussolini non era ancora giunto alla storica svolta che lo accostava ad Hitler e alla sua disastrosa anzi esiziale politica bellicistica. Ma il grande giornalista bagnarese aveva presentito la catastrofe e nel libro (La Germania si sveglia) non solo preconizzato il blitz della riscossa e dell’espansionismo tedesco, ma pure aspramente stigmatizzato ogni prospettiva di guerra, in questi termini: ( Da qualunque parte venga, o dalla Germania per la rivendicazione della sconfitta o dalla Francia per la difesa del Trattato, una guerra sarebbe domani la più tragica delle follie, nella quale sommergerebbe, senza più speranza di risorgere, quel che ancora resta delle forniture e della civiltà della vecchia Europa).”
Immensa sarebbe stata la sua delusione per la piega che la dittatura fascista poi prese con tutte le conseguenze che causò.
L’aspetto più veritiero della figura di Rastignac è senz’altro quello del polemista. Abilissimo a scrivere e denunciare i politici ed il palazzo, spesso i suoi articoli erano delle bombe ad orologeria, puntuali persino a far cadere o rimpastare i Governi.
La sua abilità nello scrivere lo porto a dedicarsi anche alla poesia, alla prosa ed al teatro, campi decisamente più impegnativi e meritevoli di tempo e dedizione, per questo pur vantando numerose pubblicazioni, le sue opere non sono mai state considerate dai critici, quelli veri, opere di una certa importanza.
Morello e Bagnara
La gente di Bagnara, ricorda ancora oggi le vicende del Morello tramandate dai loro padri e i loro nonni.
I rapporti non sempre furono felici e man mano che il Morello diventava importante, il distacco con il paese natio si faceva sempre più grande, tanto da portare Rastignac a lasciare in eredità alla biblioteca di Reggio Calabria tutti i suoi numerosi volumi, ignorando completamente la Perla del Tirreno.
Egli prende parte attivamente alla vita politica cittadina e si schiera con il partito dei Rossi dei vari Candido, Albanese e Versace. Nelle ultime elezioni libere prima dell’avvento del fascismo, si candida a deputato della Repubblica contro De Leo del partito dei Bianchi.
Il popolo in quelle elezioni era tutto schierato con il Morello il quale invece non risultò vincitore e sistematicamente venne eletto De Leo. La gente, indignata per l’accaduto, ripudio Morello e Strappò tutte le sue foto buttandole in mezzo alla strada, sostenendo la tesi che il loro beniamino si era venduto ai De Leo.
La veridicità di questi fatti non posso documentarla se non con varie testimonianze che hanno tramandato oralmente quello che raccontavano i loro avi. A sostegno di ciò comunque, c’è la concordanza degli intervistati che confermano il tutto senza contraddizioni.
Altro episodio più facile da verificare, risale al trasporto della salma del Morello a Bagnara un anno dopo la sua morte. All’arrivo del feretro, il podestà costrinse la gente a partecipare al corteo funebre, ma tanta era ancora l’avversità contro il Morello che anche soccombendo alle volontà dei fascisti di seguire il corteo funebre, dopo che salma fu tumulata, i cipressi piantati vicino alla sua tomba, furono tagliati come sfregio. Ripiantati, furono ancora per due volte tagliati. Furono aperte inchieste e fatte minacce ma i colpevoli non vennero mai trovati.
Morello in realtà non ha mai amato Bagnara e tanto meno i bagnasesi. I suoi beni, alla morte della sorella, quelli di un certo valore come quadri e statue, furono furbescamente depredati da notabili reggini e la poca roba rimasta fu sorteggiata tra i parenti. Molte lettere furono portate via durante l’ultimo periodo di vita della sorella da personaggi noti e meno noti che andavano a farle visita con lo scopo di effettuare delle ricerche. Il suo palazzo, quello dove oggi è sito il liceo scientifico E. Fermi, fu comprato dal comune.
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