5.7.07

Strada facendo vedrai...

parlare di arredo urbano e atmosfere metropolitane

Quando pensiamo alle cittá, pensiamo alle case, alla gente che affolla le strade, ai negozi, al traffico. La cittá é tutto questo, ma é anche: odori, colori, atmosfera. Se Barcellona e Parigi, Palermo e Milano, sono diverse fra loro, non é solo perché a Barcellona e Palermo c'é il mare ed a Parigi e Milano no. Ma anche perché l'atmosfera che si respira nelle strade e nelle piazze di queste cittá é profondamente diversa: per la gente che vi passeggia, per i negozi, per il colore del cielo; e, in primo luogo per "disegno della scena". Per l'insieme degli elementi che definiscono la qualitá dell'intorno urbano. Qualitá che concorre a determinare quella dell'intera cittá.
Troppo spesso sié definito tutto questo "arredo urbano", affrontando l'argomento con una semplificazione che contrasta con l'importanza che il dettaglio ha nell'insieme. Troppo spesso si é pensato che bastasse collocare qua é una fioriera, o una panchina, o una lampada piu o meno disegnata, per dare qualitá ad una scena che ne era priva. Il problema é piu complesso. La proliferazione dei linguaggi, la stratificazione dei segni e di preesistenze, frutto della nostra civiltá millenaria, ci hanno abituati alla citazione, al riuso, al ready-made: "costruire nel costruito", citando Gregotti.
Il problema, dunque, non é nell'assemblare parti nuove con strutture esistenti, ne di contemporaneitá dell'intervento, ma di qualitá del progetto complessivo che si ottiene solo quando tutte le parti in gioco riescono ad avere un rapporto dialettico tra loro, formando una scena unitaria, dotata di senso.
É evidente che gli elementi che concorrono al formarsi della scena non possono essere "calati dall'alto" e poggiati uno qua ed uno , a volte intralciando pedoni e veicoli.
Ad esempio, solo per far comprendere meglio il significato di design applicato alla cittá, l'illuminazione richiesta per la parte di strada destinata alla circolazione é differente da quella che occorre per illuminare i marciapiedi, che é ancora diversa da quella richiesta per illuminare gli edifici. Eppure normalmente ne abbiamo dappertutto una unica che illumina male carregiate, marciapiedi ed edifici.
C'é poi da chiedersi se davvero faccia piacere incontrarsi o scontrarsi con la moltitudine di vasi di plastica e fioriere di cemento (un vanto tutto palermitano), sempre abusive, che adornano i nostri marciapiedi con piante rinsecchite, piuttosto che incontrare di tanto in tanto dei segnali, anche non telematici, che ci diano informazioni su strade, direzioni, eventi, etc.
É evidente che c'é bisogno di una diversa mentalitá e di un ruolo piu attivo delle amministrazioni che non si limiti ad esaminare le offerte delle ditte, ma che sappia produrre, anche ricorrendo a concorsi, o appogiandosi a professionisti esterni, o instaurando convenzioni con le universitá, progetti che sappiano davvero tener conto del valore dell'ambiente. Ma, principalmente, quello che forse molti desiderano é di guardare finalmente questo aspetto del disegno urbano con la giusta attenzione e con l'impegno che una materia cosi delicata richiede.

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