dico sempre la vita puo essere piu breve di quello che immaginiamo...che prima o poi ti può cadere un semaforo in testa...e che per questo è meglio non avere paura di dire o fare qualcosa...se la si pensa con emozione...se è vera...ma qual'è la storia dei semafori o "lanterne semaforiche" come dice il codice...
Alla fine del secolo scorso fece il suo ingresso a Roma, per la prima volta, un’autovettura senza cavalli, modello "laundelet", sistema "Benz", a quattro posti e con una velocità max di 25 km all’ora. Era il 3 ottobre 1895. In Italia le autovetture con stemmi assommavano a 504, mentre 2700 erano quelle da rimessa. L’anno successivo arrivarono le prime macchine a benzina, che trovarono un considerevole numero di entusiasti. In breve si videro circolare per le strade della Capitale automobili di forme diverse, di dimensioni colossali, antiestetiche, che cigolavano aprendosi il varco fra un continuo strombazzare di clacson che faceva sobbalzare i passanti. Nel 1902 il re attraversò in automobile le vie di Roma.
Negli anni successivi iniziò la gara fra i più facoltosi per acquistare le macchine maggiormente veloci. Da allora il traffico cittadino iniziò a svilupparsi a vista d’occhio.
Era il 1927 quando sulle strade di Roma apparvero degli strani occhi di vetro dai colori giallo, verde, rosso, che si illuminavano per convogliare il traffico, congestionato dalle automobili, una situazione che preoccupava il governatore di Roma, principe Boncompagni, dal momento che anche l’apposita commissione capitolina era ritornata dall’estero senza nuove soluzioni.
Ed ecco entrare in scena il vice comandante dei vigili del Fuoco, l’ing. Filippo Ugolini, ideatore del tassametro dei tassinari, che propose per le strade di Roma la segnaletica automatica utilizzata dalle ferrovie. Una sera di fine settembre 1929 fu effettuata - dopo mesi di progettazione e costruzione dell’apparecchio a spese dell’Ugolini – la prova su strada di semaforizzazione, ma un tamponamento fece rimettere tutto in discussione per il troppo repentino passaggio dal verde al rosso, esigendo l’inserimento di un colore intermedio per segnalare il cambiamento di direzione. Nel frattempo i romani rimediarono all’inconveniente, accompagnando con la clavetta la segnaletica automatica. Fu adottato il criterio di inserire, al momento del passaggio dal verde al rosso, un segnalatore acustico, simile a quello dei passaggi a livello, da sentire da almeno cento metri di distanza. Quel continuo scampanellio suscitò, però, le proteste generali, tra cui quelle dello scienziato Segrè, che aveva il suo ufficio di fronte ad Aragno, dove era stato installato questo tipo di semaforo. Venne allora abolita la soneria, per cui gli automobilisti, fermi per il rosso, prima di ripartire, dovevano suonare la tromba: una soluzione che si rivelò peggiore. Non migliore fortuna ebbe il semaforo automatico, installato a largo Tritone nel 1930, regolato dalla colonnetta posta sul marciapiede: provocò soltanto confusione, come del resto quello "a tempo pedonale", dell’ottobre 1932, che non diede i risultati sperati, perché la sovrapposizione del giallo sulle quattro facciate dell’apparecchio, se da una parte permetteva il transito dei pedoni, dall’altro causava ingorghi. L’11 gennaio 1934 il semaforo di largo Goldoni venne sostituito da un apparecchio "a tempi rivelati", un vero successo: il passaggio dal rosso al verde e viceversa era segnalato dal progressivo spegnersi di una fila di lampadine. Questo tipo di semaforo venne adottato a Parigi due anni dopo, ma anche in altre metropoli europee e persino negli USA. Sul finire del 1934 la commissione traffico decide l’inserimento di altri quindici semafori in taluni importanti incroci, come via Nomentana angolo viale Regina Margherita, viale delle Belle Arti angolo via Flaminia. viale Manzoni angolo via Emanuele Filiberto. Una serie di semafori automatici, a ciclo progressivo flessibile, a via Nazionale, consentì un flusso continuo da piazza Esedra a piazza Venezia.
All’Ugolini venne dato un attestato di benemerenza e un premio di duemila lire, prelevate dal fondo speciale per lo studio dei problemi della circolazione.
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1 commento:
Keep up the good work.
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