16.11.07

Notti memorabili...


Più chiari i meccanismi di formazione dei ricordi durevoli: nel cervello c'é un 'registratore' che si aziona di notte per fissare i ricordi rendendoli duraturi. Per questo processo di consolidamento il 'registratore della memoria a lungo termine', posto nella corteccia prefrontale mediale, in pratica sopra al naso, riavvolge in solo 8-10 minuti i ricordi formati durante il giorno a velocità ultrarapida.

Pubblicata sulla rivista Science, è la scoperta di David Euston e Bruce McNaughton dell'università dell'Arizona a Tucson. Lo studio è importante, commenta Giorgio Vallortigara del Centro Interdipartimentale per le Neuroscienze BRAIN dell'Università degli studi di Trieste, non solo perché conferma che è mentre dormiamo che si consolidano i ricordi, ma anche perché per la prima volta mostra questa zona della corteccia, già nota per avere un ruolo nella memoria, implicata nel processo di consolidamento dei ricordi.

Grazie a esperimenti su ratti, spiegano gli autori, "abbiamo visto con i circuiti dei neuroni che hanno lavorato durante il giorno sono riprodotti di notte ad una velocità 6-7 volte maggiore del normale", insomma la 'velocita' del pensierò, come la chiama McNaughton, accelera durante la notte nella 'corteccia prefrontale mediale', che si scopre dunque partecipe del processo di consolidamento. I meccanismi di consolidamento delle informazioni apprese durante il giorno sono basilari per la creazione di ricordi veri e propri che perdurino nel tempo. Più studi hanno dimostrato in passato che è durante la notte, mentre dormiamo, che si giocano questi passaggi critici per la formazione dei nostri ricordi.

Non a caso, rileva Vallortigara, si è visto che, perché l'apprendimento di qualcosa vada a buon fine, abbiamo bisogno di dormirci su e che deficit di sonno sono 'corrosivi' per le nostre performance mnemoniche. Negli ultimi anni vari studi hanno dimostrato che è durante la fase riposante del sonno, quella delle onde lente del cervello, che consolidiamo i ricordi. E di recente si erano avute le prime avvisaglie che proprio in questa fase i neuroni di zone critiche per la memoria fanno una 'replica' accelerata dell'attività svolta di giorno per fissare i ricordi. Usando topolini che di giorno dovevano districarsi tra le vie di un labirinto e registrando l'attività dei neuroni della loro corteccia prefrontale mediale, gli esperti hanno visto che quando i roditori dormono i neuroni fanno un vero e proprio 'playback', una replica fedele, dell'attività che hanno svolto durante il giorno, ma lo fanno in modo accelerato di 6-7 volte. "Privi dei vincoli comportamentali diurni - spiega Vallortigara - i neuroni possono correre e rivedere rapidamente quanto hanno fatto durante il giorno". La 'velocita' del pensierò è più elevata durante la notte, conclude McNaughton, e solo così possiamo rivivere in 8-10 minuti esperienze che in tempo reale durerebbero ore, fissarle e trattenerle in memoria.

Nessun commento: